La biografia di Michele Pane in sintesi

Michele Pane nasce l’11 marzo 1876 in Adami di Decollatura. La madre è Serafina Fiorentino, sorella del filosofo di Sambiase mentre il padre Salvatore appartiene a una famiglia benestante di proprietari e farmacisti.

I Pane sono anche una famiglia di patrioti. Il padre e lo zio Francesco Saverio patirono il carcere e l’esilio nel 1851in seguito a vicende legate ai primi moti rivoluzionari del Risorgimento.

Michele Pane frequenta le scuole elementari a Sambiase (precettore lo zio Pasquale) e poi il Ginnasio inferiore a Nicastro e quello superiore a Monteleone (fino al 1890 circa).

Lascia gli studi e forse parte per l’America a 15 anni una prima volta e  certamente a 18 anni  nel 1894. Trovò occupazione come impiegato di banca in un posto offerto da un compaesano, Francesco Perri. In quel periodo, il più bello e spensierato della sua vita, frequenta in America i circoli intellettuali e personaggi del mondo del giornalismo radicale come Riccardo Cordiferro che gli pubblicò anche poesie su «La Follia di New York».

Rientra in Italia e presta il servizio militare a Foggia dal 1897 al 1899. Qui, poco prima del termine della leva, pubblica nel luglio 1899 L’uominu russu, una satira contro un suo compaesano Leopoldo Perri accusato di essere un garibaldino solo in apparenza ma che in realtà è uno dei “gambuni” che bada solo alla sua convenienza.

Ne seguì un processo per diffamazione a Lucera (FG) in cui Pane venne difeso dall’On. Gaspare Colosimo, avvocato e uomo di governo che gli rimarrà sempre fedele amico. Il reato fu derubricato a ingiuria e quindi la condanna si limitò a una multa: Michele Pane aveva seriamente temuto di finire in carcere.

Nella sentenza d’appello arriva la prescrizione.

Liberatosi del processo Michele Pane passa qualche anno in Adami godendosi la vita e componendo altre opere.

Nel 1901 pubblica a Nicastro Trilogia ma nel 1902, obbedendo ad un richiamo irresistibile per l’avventura e un mondo lontano dalle piccole beghe del paese, parte nuovamente per l’America, da Antwerp.

Nel 1906 a New York fonda Calabria Letteraria e pubblica Viole e ortiche.

Nel 1908 torna in Italia dove nel 1910 sposa Maria Concetta Bilotta di Sambiase, una sua cugina di II° grado.

Nel mese di novembre 1910 torna con la moglie a New York.

Nascono i figli: Salvatore (1911), Penelope Libertà (1914) e Leda (1917).

L’Accademia Cosentina lo nomina Socio Corrispondente nel 1915.

Intanto si trasferisce a Brooklyn e si mette in proprio, con una agenzia di viaggi e affari generali. Ma le cose non vanno sempre bene, tanto che nel 1923 si trasferisce a Omaha nel Nebraska, dove lavora come giornalista e fonda “Il Lupo”.

La rivista è bellissima e apprezzata ma dal punto di vista economico non è sostenibile; la sua vita dura meno di un anno.

Nel 1926 si trasferisce a Chicago per un posto in banca. Questa sembrò un’ottima occasione ma anche in questo caso destinata a durare poco. Infatti presto arrivò la grande crisi economica del 1929: Michele Pane perde il posto. Tenta altre strade ma senza grande successo. Tra le esperienze del periodo, insegna in scuole parrocchiali italiane, ma la paga è bassa e si trovano pochi alunni.

Nel 1930 si pubblica la raccolta Musa silvestre per opera di Gabriele Rocca, il quale sceglie le poesie più nostalgiche contribuendo così alla fama del poeta ma anche ad una sua catalogazione come un cantore della nostalgia e del rimpianto, escludendo del tutto il suo tratto sociale e di protesta.

Nel 1934 nella Fiera di Chicago la figlia conosce il futuro sposo Oronzo De Pascalis. I due giovani si tengono in corrispondenza e nel 1938 Michele Pane andrà in Italia per accompagnare la figlia all’altare. La sua permanenza in Italia dura più di un anno, tra tristezza e rimpianto per i suoi cari che non ci sono più. Forse aspettava ancora qualche altra risposta per un suo ultimo disperato tentativo di restare in Italia trovando qualche occupazione ma dovette rapidamente partire perché le prime avvisaglie dell’imminente scoppio della Seconda guerra mondiale si facevano già sentire.

Durante il periodo della guerra soffre per le difficoltà di comunicazioni con la figlia a Roma, mentre il figlio Salvatore a Chicago fa il giornalista e aiuta economicamente la famiglia.

Nel 1951 Alfredo Gigliotti pubblica il numero speciale di scrittori Calabresi in occasione del 75° compleanno del poeta.

Nel 1949 Michele Pane, tra grandi difficoltà, pubblica Garibaldina, la sua ultima opera.

Il 18 aprile 1953 Michele Pane muore per emorragia celebrale causata forse dall’alta pressione e da disfunzioni cardiache.

Viene seppellito a Chicago, dove ancora oggi si trova.