Michele Pane alla Biblioteca Comunale di Decollatura

Il prossimo 12 dicembre 2023 nella rinnovata Biblioteca Comunale di Decollatura in Piazza Perri, alle ore 17 ci sarà una manifestazione per ricordare il Poeta Michele Pane nel 70° anniversario della scomparsa.

Questa è la locandina dell’evento patrocinato dal Comune di Decollatura e organizzato dalla Biblioteca, vale a dire i giovani del Servizio civile che si stanno occupando della sua sistemazione e rilancio dopo molti anni di chiusura:

Locandina

Nel mio intervento parlerò della biografia di Michele Pane e della sua poetica, soffermandomi, anche in considerazione del periodo in cui si svolge l’evento, sulle poesie ‘A fòcara, ‘A tabacchera e Viernu è vicinu.

Vi aspettiamo!

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70 anni fa la scomparsa di Michele Pane

Il 18 aprile 1953 moriva a Chicago (Usa) il poeta Michele Pane, gloria di Decollatura e della Calabria intera. Ripropongo la cronaca di quel triste giorno così come l’ho raccontata nel volume Michele Pane. La vita da pagina 222:

Arriva così, tra gli alti e bassi della salute, il 18 aprile 1953. Quel giorno era giunto a Chicago, proveniente da Detroit, lʼamico Giuseppe Procopio che aveva preso alloggio al Morrison Hotel. Subito lʼamico si affrettò a telefonare a Michele Pane per informarlo della sua presenza in città e del desiderio di andargli a fare visita quello stesso pomeriggio[1]. Era quasi un anno che i due non si vedevano ed entrambi pregustavano la gioia per lʼincontro; dalla voce forte e metallica — così la definì Procopio — Michele Pane sembrava in ottima forma e rimasero dʼaccordo per lʼincontro pomeridiano.

Michele Pane decise di uscire per comprare un poʼ di vino perché Procopio sarebbe stato suo ospite a cena; comprò mezzo gallone di vino e tornò verso casa ma, giunto allʼingresso, chiamò la moglie dicendo di non sentirsi molto bene. Maria Concetta lo aiutò a entrare e a togliersi il cappotto e, mentre lui cercava di minimizzare sostenendo che si trattava solo di un leggero malore, lo convinse dapprima a sedersi sul divano per togliergli i vestiti e poi a stendersi sul letto. Proprio in quel momento fu colpito da emorragia celebrale, mentre continuava a puntare il dito verso il proprio collo; Maria Concetta pensò che avesse perso la parola e stesse cercando di indicare qualcosa a gesti, ma in quel momento entrò in un coma profondo. Subito telefona a Salvatore e al dottore Emanuele. Nessuno dei due è in casa ma appena le rispettive mogli li riescono a rintracciare si precipitano a casa dellʼammalato. Il dottore Emanuele, intuendo la gravità dellʼaccaduto, attraversa la città senza badare ai semafori rossi che incontra e appena arrivato al capezzale di Michele Pane gli pratica unʼiniezione e ordina borse di ghiaccio da mettergli sul capo. Maria Concetta, discretamente, dice a Sal di chiamare il prete — padre Kelly della vicina chiesa di San Bonaventura, distante pochi isolati. Era la chiesa che insieme alla figlia Leda aveva visitato ancora una sola volta, il Giovedì Santo precedente, da quando si trovavano nella nuova casa. Il prete arriva dopo cinque minuti e Sal chiede che gli impartisca lʼestrema unzione: è lʼuna dopo mezzogiorno e Michele Pane è da due ore in coma.
    La notizia dellʼaccaduto circola e iniziano ad arrivare amici e conoscenti: i signori Paternostro, i Grandinetti, i Minerva, i Guido, i Torronio e via via tutti gli altri. Doris, lasciata Pamela alle cure della zia, rimarrà a fianco di Sal per tutti i giorni seguenti, rientrando solo a tarda ora a casa sua per mancanza di spazio nella casa della suocera. Alle 11,30 della notte di sabato 18 aprile 1953, Michele Pane spirò dopo aver aperto gli occhi per un attimo ma senza aver mai ripreso conoscenza[2].


[1] Il racconto di quella giornata fu pubblicato da G. Procopio su «La Follia di New York» nel numero del 1 maggio 1953 in un articolo dal titolo In morte di Michele Pane.

[2] Le notizie dettagliate sulla morte e sui funerali di Michele Pane sono state attinte da due lunghe lettere spedite a Libertà dal fratello Salvatore e dalla cognata Doris, rispettivamente il 22 e il 27 aprile 1953. Anche Amedeo Paternostro, in una lettera a Libertà del 24 aprile, racconta gli ultimi istanti di vita di Michele Pane cui avevano assistito: «Proprio nel momento in cui esalava lʼultimo respiro, nel tenergli il polso, sotto le coperte, lo sentii fremere in tutto il corpo, aprì gli occhi che per circa dodici ore erano rimasti chiusi ma, un istante dopo, un secondo fremito più leggero del primo e lʼaffievolito respiro mi davano a capire che la catastrofe era imminente. Gli occhi incominciarono a chiudersi nuovamente, il respiro cessò e, mentre intorno, trepidanti, erano la Sig.ra Concettina, Leda, Salvatore ed Amelia [la moglie di Amedeo, n.d.a.], ebbi la forza di far credere che il polso ancora batteva. Una bugia di pochi secondi soltanto che, per quanto brevi, furono di preparazione allʼimmane sciagura avvenuta alle ore 23.30».

Il certificato medico, sottoscritto dal dott. Nicola Emanuele e da Salvatore, indica come causa del decesso “emorragia celebrale” dovuta ad ipertensione di cui il defunto soffriva da un anno. Il defunto viene dichiarato “giornalista” ritirato dal lavoro da 20 anni e senza nu­mero di Social Security (Previdenza Sociale). Stato dellʼIllinois, Cook County, Medical Certificate of Death n. 26016 del 21 aprile 1953.

Michele Pane in una delle ultime fotografie (1952)

Michele Pane in una delle ultime fotografie (1952)

Nell’immagine che segue vediamo l’amico Giovanni Falvo, decollaturese che vive a Toronto, rendere omaggio a Michele Pane visitando la sua tomba nel cimitero di Chicago.

E’ ancora lì che riposa, insieme alla moglie Maria Concetta Bilotta, visto che ogni progetto di riportare a casa i loro resti non ha potuto avere seguito.

Giovanni Falvo sulla tomba di Michele Pane

Giovanni Falvo sulla tomba di Michele Pane

 

Tomba di Michele Pane

La lapide sulla sepoltura di Michele Pane

(Clicca su questo LINK per visualizzare il post relativo alla visita di Giovanni Falvo al cimitero di Chicago con i filmati da lui girati).

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Michele Pane al convegno sul Dialetto

Si è svolto nel pomeriggio di ieri 27 aprile 2019 a Decollatura il riuscitissimo convegno sul dialetto dal titolo Alla sorgente del Reventino organizzato dal Parco Letterario Michele Pane di Decollatura e dall’Associazione ‘U hocularu di Petronà.

L’aula magna del Liceo Scientifico “Costanzo” di Decollatura era completamente occupata da tante persone interessate al tema e giunte da tanti luoghi, anche non molto vicini. Ha introdotto i lavori la prof.ssa Lucia Bonacci, Presidente del Parco Letterario Michele Pane che ha passato la parola a Mario Miglierese de ‘U hocularu e al dirigente Scolastico dell’Istituto Costanzo dott. Antonio Caligiuri per i rispettivi interventi di saluto.

La Presidente del Parco Letterario Lucia Bonacci introduce i lavori La Presidente del Parco Letterario Lucia Bonacci introduce i lavori
Pubblico e relatori Pubblico e  

relatori

  

Il saluto del Dirigente Scolastico Antonio Caligiuri

Il saluto del Dirigente Scolastico Antonio Caligiuri 

 

 

Il saluto di Migliarese

 

 

Il saluto di Mario Migliarese de ‘U hocularu

E’ seguito subito dopo il corposo intervento del prof. John Trumper che si è esibito in una lunga carrellata di citazioni tratte dal suo lavoro (suo e dei molti collaboratori che lavorano con lui). Abbiamo così appreso della difficoltà e della durezza del suo lavoro di glottologo e ricercatore sul territorio, con viaggi e interviste a persone di ogni parte della Calabria e della Lucania, lavoro necessario per la recente conclusione del secondo volume del Vocabolario Calabro, quello che comprende le lettere F-O (il primo volume A -E era uscito per Laterza nel 2001), e l’imminente pubblicazione del terzo e conclusivo volume. L’opera prende spunto dalla raccolta inedita di don Vincenzo Padula (Acri 1819-1893), parroco e studioso che appuntava i vocaboli che raccoglieva nei luoghi che frequentava per la sua attività di sacerdote, arricchita sula base dei lavori di altri lessicologi. Molte voci, ha ricordato Trumper, sono dei piccoli saggi a volte di diverse pagine, la cui compilazione è stata lunga e faticosa e se ci si vuole rendere conto di ciò, aggiunge Trumper, si può vedere il film Il professore e il pazzo (2019), la storia (vera) della realizzazione dell’Oxford English Dictionary avvenuta tra il 1879 e il 1928, opera in 12 volumi e 414.825 voci. 

John Trumper durante il suo intervento John Trumper durante il suo intervento

Ad ascoltare Trumper sono accorsi molti suoi ex studenti dell’Unical, oggi laureati in lettere o lingue,  che negli anni scorsi hanno sostenuto esami di glottologia con professore gallese. A loro dire il professore, da poco in pensione ma comunque in piena attività, ha oggi lo stesso stile di quello che aveva ai tempi delle lezioni tenute all’Unical. Il discorso a braccio di Trumper è stato spesso infarcito di battute sull’attualità, dalla (falsa) rivendicazione di appartenenza alla cultura dei Celti di certi politici dell’Italia del Nord, alla situazione politica e sociale della Calabria di oggi, passando dal luogo comune della suddivisione in aree linguistiche coincidenti con confini provinciali e regionali (falsa), alla realtà dell’eredità lasciata dalle tante culture che abbiamo avuto in Calabria, soprattutto quella greca e quella romana e osca. La parlata pressochè coincidente con quella siciliana presente a Reggio Calabria e nella fascia tirrenica a nord della città dello stretto è una diretta conseguenza del flusso di persone dalla Sicilia al “continente” avvenuta a seguito della scomparsa di interi paesi a causa del terremoto-maremoto del 1908. Tantissimi gli spunti etimologici che Trumper ha lanciato qua e là nel suo intervento di oltre un’ora, che ha fatto venire a tutti la voglia di leggere al più presto il suo Vocabolario Calabro.

Dopo il suo intervento e prima del mio, c’è stato un momento musicale con alcuni brani in dialetto decollaturese eseguiti da Gianfranco Maruca, cantautore di Decollatura da anni impegnato nella proposizione di brani con testi in dialetto. Il suono della sua chitarra è stato perfettamente in sintonia con le parole, un inno alla bellezza dei luoghi e alla speranza di una vita con maggiore equilibrio tra uomo e natura. Molto interessanti le sue parole a proposito del contatto da lui avuto con i nativi australiani conosciuti durante uno dei suoi viaggi. Gli aborigeni, ha detto Maruca, non si può dire che abbiano un dialetto anzi quasi nemmeno sentono il bisogno di parlare come accade nella frenetica vita del nostro mondo; la loro comunicazione è affidata più ai gesti che alle parole, più a una innata sensibilità che consente loro di percepire il pensiero dell’altro, semplicemente stando vicino e rapportandosi con empatia al prossimo.

Gianfranco Maruca durante la sua esibizione Gianfranco Maruca durante la sua esibizione

Poi è stata la volta di Mariano Riccio che ha letto alcune delle poesie più belle e conosciute di Michele Pane: ‘U campusantu, ‘U focularu e Tora. La scelta è stata più che azzeccata perchè sono tra le più struggenti poesie del Poeta che presentano anche molte parole meritevoli di essere pronunciate per la loro bellezza e per contribuire alla loro conservazione. 

Mariano Riccio recita Michele Pane Mariano Riccio recita Michele Pane

Altro momento musicale è stato quello dell’esibizione del musicista Francesco Loccisano che ha eseguito dei brani con la chitarra battente, lo strumento identitario calabrese di cui ha dimostrato di essere un vero conoscitore. I brani eseguiti sono delle sue composizioni, molto strutturate nei tempi e nell’alternarsi dei ritmi scanditi dal fine arpeggio delle dita con i battiti del pugno sullo strumento.

Loccisano Francesco Loccisano alla chitarra battente
L'intervento di Giuseppe Musolino L’intervento di Giuseppe Musolino

Il mio intervento ha toccato l’uso del dialetto nella poesia di Michele Pane. Ecco il testo:

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Convegno “Alla sorgente del Reventino” al Liceo Scientifico di Decollatura

Si svolgerà domani Sabato 27 aprile alle ore 16,00 presso il Liceo Scientifico di Decollatura il primo convegno sul dialetto dei paesi del Reventino.

Liceo

 

Locandina

Protagonista dell’evento sarà il prof. John Trumper, docente di Glottologia all’Università della Calabria, grande studioso dei dialetti e della cultura calabresi. Il suo curriculum è immenso e perciò mi limiterò a riportare qualche passo tratto dal sito Academia (cliccare qui per il documento completo).

John Basset Trumper si è laureato in lingue (lingue principali: italiano e rumeno) pressol’University College di Londra; ha proseguito parte della sua formazione soggiornando in questidue paesi, specialmente in Italia, dove è tornato dopo la laurea. Ha ricoperto in seguito l’incarico di Filologia germanica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova dal 1976 al 1980 e quello di Fonetica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pavia dal 1977 al 1979. Nel 1980 ha vinto il concorso a cattedra (1^ fascia) di Glottologia e Linguistica generale: è dunque ordinario dal 1980 in poi di Glottologia presso il Dipartimento di Studi Umanistici (Facoltà di Lettere e Filosofia) dell’Università della Calabria. Egli è membro de jure della Società Italiana di Glottologia e membro dell’Associazione Italiana di Acustica. Come studioso J. B. Trumper si è interessato delle seguenti aree di ricerca ricavabili dalle sue pubblicazioni: fonetica e fonologia; dialettologia romanza e italiana; sociolinguistica; linguistica applicata e fonetica giudiziaria; etnolinguistica; lessicologia e lessicografia; studio dei gerghi romanzi di mestiere; linguistica storica.

Il mio contributo verterà su Michele Pane e il suo rapporto con il dialetto per toccare poi tematiche di carattere generale sul ruolo del dialetto nella società contemporanea, soprattutto in rapporto ai giovani. Attendo con ansia di ascoltare il prof. Trumper che non ho avuto occasione di conoscere se non attraverso Youtube, come nei link seguenti:

Sarà certamente un’occasione per approfondire la conoscenza del nostro dialetto e quindi, in definitiva, della nostra identità.

Durante la manifestazione ci saranno momenti di lettura di poesie e di esecuzione di brani musicali in tema con l’evento.

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.

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Conversazione su «Tora» al Parco Letterario Michele Pane

Il prossimo 26 agosto alle ore 17:30 nella sede del Parco letterario Michele Pane di Viale Don Luigi Costanzo – Adami terrò una conversazione su «Tora», il mitico personaggio della poesia di Michele Pane.

Insieme a me ci saranno Lucia Bonacci, Presidente del Parco Letterario e Carmine De Fazio, Vicepresidente, con i quali dialogherò su una delle figure femminili più belle del mondo poetico di Pane.

locandina

La conversazione verterà sul personaggio Tora a partire dai versi che l’hanno resa immortale ma anche occupandosi della sua reale identità come ho avuto modo di esporre in un recente articolo sulla rivista «Storicittà». La conversazione partirà dall’ascolto dei versi della poesia di Michele Pane recitati da Domenico Adamo, componente del Parco Letterario, e, tenuto conto che sarò ospite, ho deciso che come omaggio al Parco Letterario mostrerò dei documenti, eccezionali e inediti, che finora non avevo pubblicato, neanche nel mio volume «Michele Pane. La vita».

Chi vuole sapere di che si tratta non dovrà fare altro che venire al Parco Letterario domenica 26 agosto 2018, ore 17:30.

Giuseppe Musolino

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