Gaspare Colosimo

Gaspare Colosimo

Gaspare Colosimo è stato forse l’amico che più influenza ha avuto sulla vita stessa di Michele Pane. E’ quindi inevitabile che in queste pagine venga ospitata una sua nota biografica e un approfondimento sui suoi rapporti con il nostro poeta.

Senatore Gaspare Colosimo nel 1925

Il Senatore Gaspare Colosimo nel 1925

Gaspare Colosimo nacque a Colosimi, in provincia di Cosenza, l’8 aprile 1859 da Pietro Paolo (avvocato) e Artemisia Colosimo. Negli studi seguì le orme paterne laureandosi in Giurisprudenza per avviarsi successivamente alla professione di avvocato.
Stabilitosi a Napoli, sposò Tommasina Grandinetti, nipote del senatore Francesco Saverio Arabia. A Napoli iniziò la professione riscuotendo ampio successo e incominciò a indirizzare i suoi interessi verso la politica. Divenne dapprima consigliere comunale a Napoli e poi consigliere di quella provincia.
Ma una carriera politica di più ampio respiro lo attendeva nel collegio elettorale di Serrastretta (provincia di Catanzaro) nel quale risultò eletto deputato nella XVIII Legislatura il 6 novembre 1892.

cartolina Colosimo

Dopo questa elezione Colosimo fu rieletto ininterrottamente fino alla XXVI Legislatura del 1921, aggiungendo alla sua attività di parlamentare anche quella di vari incarichi in seno al Governo. Nel 1924 fu nominato senatore.

Al Governo ebbe diversi incarichi: Sottosegretario di Stato al Ministero dell’agricoltura, industria e commercio dal 1° luglio 1898 al 17 maggio 1899; Sottosegretario di Stato al Ministero di grazia e giustizia e dei culti dal 5 giugno 1906-24 marzo 1907; Sottosegretario di Stato al Ministero delle colonie dal26 novembre 1912 al 24 novembre 1913; Ministro delle poste e telegrafi dal 24 novembre 1913 al 19 marzo 1914; Ministro delle colonie dal 19 giugno 1916 al 23 giugno 1919; Vicepresidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell’interno “ad interim in caso di assenza del titolare” dal 9 marzo al 23 giugno 1919.

Tommasina Colosimo

Busto di Tommasina Grandinetti Colosimo

La vita familiare di Gaspare Colosimo fu turbata dall’improvvisa e prematura morte di uno dei figli, Paolo Colosimo, già avviato alla carriera di avvocato, avvenuta il 24 maggio del 1913.

In memoria dello sfortunato figlio, i coniugi Colosimo pensarono di aiutare i bambini affetti da cecità e per fare ciò  dedicarono risorse economiche ed energie all’istituto per ciechi di Napoli che versava in disastrose condizioni economiche. In ricordo di ciò l’istituto fu intitolato a Paolo Colosimo, come ancora oggi si chiama.

Paolo Colosimo

Busto in marmo di Paolo Colosimo - Istituto "Paolo Colosimo" di Napoli

Per quanto riguarda il rapporto con Michele Pane, l’inizio è senz’altro da collocare al tempo del processo di Lucera del 1900.
Il contatto con l’avvocato Colosimo fu favorito dalla famiglia Pane che certamente aveva avuto contatti con il politico Colosimo fin dai tempi delle sue prime candidature alla Camera dei Deputati nel Collegio elettorale di Serrastretta. Non dobbiamo dimenticare che lo zio di Michele, il farmacista Francesco Saverio Pane, era introdotto nella vita politica ed era in grado anche di determinare in qualche modo l’orientamento dell’elettorato. Ciò è comprovato anche dalla corrispondenza con il nipote acquisito il filosofo francesco Fiorentino ai tempi delle sue candidature alla Camera.

Al tempo del processo Francesco Saverio Pane era già scomparso da tempo ma il canale con l’onorevole Colosimo era ancora aperto e quindi la sua scelta come avvocato difensore di Michele Pane in una causa che, per certi versi, aveva una connotazione politica, fu possibile e si dimostrò vincente.

Terminata la fase processuale Gaspare Colosimo, anche quando fu senatore, sottosegretario e ministro, conservò sempre buoni rapporti con Michele Pane stringendo con lui un rapporto di vera e duratura amicizia.

Nella biografia di Michele Pane sono riportati molti episodi in cui il poeta si rivolge al potente uomo politico per ottenere un aiuto nella ricerca di un posto di lavoro, sia in America sia, ancora più auspicabilmente, in Italia. Non si può, onestamente, dire che Colosimo abbia trascurato l’amico, poiché esistono prove o almeno indizi sul suo intervento, però non è nemmeno possibile pensare che con l’influenza che poteva avere un sottosegretario o un ministro non c’era modo di trovare un posticino da impiegato ad una persona esperta in contabilità, giornalista e scrittore!

 

Frammento di lettera da Colosimo a Michele Pane

Frammento di lettera da Colosimo a Michele Pane

Nel Comune di Colosimi (pr. di Cosenza), suo paese natale, fu dedicato a Gaspare Colosimo un monumento che una volta era collocato nella piazza principale.
Nei primi anni del Duemila fu spostato in una piccola piazza dove ora si trova, come si vede dalle fotografie che seguono.

Il busto di Gaspare Colosimo in una piazzetta del centro abitato

Il busto di Gaspare Colosimo in una piazzetta del centro abitato

busto Colosimo

Busto di Gaspare Colosimo

Testo sul monumento a Gaspare Colosimo

Particolare del testo sul monumento

Il testo dice:

IL MIGLIORE

FRA I FIGLI DELLA CALABRIA

GASPARE COLOSIMO

PATRIOTA STATISTA

COLONIALISTA

GIURECONSULTO FILANTROPO

ALLA GRAN MADRE ITALIA

CON GIOVANILE ENTUSIASMO

CON AMORE INFINITO

DEDICO’ TUTTA LA VITA

 

Per consultare alcuni documenti relativi alla carriera politica di Gaspare Colosimo si può utilizzare questo link che apre delle pagine sfogliabili online.

Note biografiche su Gaspare Colosimo sono reperibili nel sito della Pro Loco di Colosimi, suo paese natale, a questo link (apre una nuova finestra).

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L’uominu russu

L’uominu russu

L’uominu russu è la prima opera pubblicata da Michele Pane nel 1899 quando era ancora militare a Foggia.
L’opera è tutta una satira sull’uomo rosso, un certo Leopoldo Perri, compaesano del poeta, di cui si parla ampiamente – con documenti tutti inediti – nella biografia di Michele Pane, che viene preso in giro per il suo finto garibaldinismo.

Il libretto ha 8 pagine del formato di circa 15×20 cm più la copertina di carta leggera e colorata in rosso chiaro.

Copertina de L'uominu russu

Copertina de L'uominu russu

 

Michele Pane, nella pubblicazione, utilizza lo pseudonimo di Esperio Calabro, cosa che era rimasta completamente sconosciuta a chi aveva finora scritto sul poeta poichè, per scoprirlo, è stato necessario avere tra le mani una copia originale de L’uominu russu.

L’unica copia sopravvisuta, almeno per quanto se ne sappia, è quella custodita nella Biblioteca Provinciale La Magna Capitana di Foggia ed è da quella copia che si è appreso dello pseudonimo usato da Michele Pane.

 

Biblioteca La Magna Capitana di Foggia

Biblioteca Provinciale "La Magna Capitana" di Foggia

 

Naturalmente, lo pseudonimo non riuscì a proteggere Michele Pane dalla causa penale che gli intentò Leopoldo Perri, dovendo subire un processo (che si svolse a Lucera) in cui evitò il carcere ma fu condannato insieme all’editore foggiano Michele Pistocchi.

L’avvocato di Michele Pane, Gaspare Colosimo, nella sentenza di appello che si svolse a Trani, riuscì ad ottenere per il suo assistito l’assoluzione per prescrizione.

Sul treno di ritorno da Foggia (da Lucera a Foggia, allora come oggi, c’è una linea ferroviaria locale) dopo il primo processo Michele Pane, esultante per lo scampato pericolo, compose una poesia divenuta celebre:

Alli Liccapiàtti

Crepàti, o liccapiàtti!
Vincivʼio la primera
e, ppeʼ dispìettu vuostru,
nun ce jìvi ʼngalera.
Vuʼ eravu ʼna mandra
ʼmbiata dʼ ʼu Barune;
io sulu, ma ve fici
ʼndùcere lu limune.
Tra lʼàutri ʼrandi jaschi
ʼnzippàti ʼstu varrìle;
cangiàti sû lli tiempi,
abbàsciu lu staffìle!
Nun cʼeradi bisuognu
cchiù de ve sbrigognare,
ma nʼavìti volutu
propu, fare scialare!
Cchi bella damingiana!
cchi biellu vumbulune!
cchi qualità de Terra,
ʼmbiscàta ccuʼ Critune!
Cumu cce mere propu
a ʼna ricca dispenza!
cumu si cce ricrìja
mu vive Sua Ccillenza!
Crepàti, o liccapiàtti!
vincivʼio la primera;
ppeʼ vue ʼnimali ʼe panza
è fatta la galera!
E si nun ve ʼmparàti
a fare ʼu fattu vuostru,
io vi la cantu forte
(e ʼunʼammàlu lu ʼnchiuostru)
Tutta la vostra lorda,
porcariùsa storia….
chʼ ʼa nàscita e lla pàscita
vostra sacciu ʼn mimoria!

Sul treno – da Foggia a Sambiase – Luglio 1900

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