Recensione di Antonio Maria Pulerà su “Storicittà”
Scritto on 28 Feb, 2012 in Recensioni | 0 commenti
Sul numero 199 (gennaio-febbraio 2012) della rivista mensile «Storicittà» che si pubblica a Lamezia Terme per opera di Massimo Iannicelli, il prof. Antonio Maria Pulerà ha pubblicato la recensione di «Michele Pane. La vita».
Pulerà era stato il primo a leggere il libro appena uscito nell’agosto 2011 ed era stato anche il relatore durante la presentazione del volume nella Sala Consiliare del Comune di Decollatura il 13 agosto 2011.
Nella sua recensione ha colto i punti chiave dell’opera, le innovazioni che introduce nella conoscenza della biografia di Pane e della sua personalità, lo spirito con cui mi sono avvicinato al lavoro.
Un sentito ringraziamento da questa pagina va allo studioso cui sono legato da sincera e duratura amicizia.
P.S. Originariamente il lavoro era più lungo ma l’editore ha dovuto operare una riduzione per adattarlo alla rubrica “Scaffale” dedicata alle recensioni. Vale però la pena leggere l’articolo originale di seguito riportato.
Giuseppe Musolino
Pubblicata la biografia di MICHELE PANE “Michele Pane. La vita” di Giuseppe Musolino
di Antonio Maria Pulerà
Giuseppe Musolino ha pubblicato con la Arti Grafiche Stampa Sud di Lamezia Terme nello scorso mese di agosto un’opera sul poeta calabrese Michele Pane: Michele Pane. La vita. Tale opera non è solo l’occasione per conoscere finalmente nei dettagli la vita di questo nostro grande poeta – quasi del tutto dimenticato dalle nuove generazioni – ma per riflettere e prendere consapevolezza di molti aspetti di un certo momento storico e culturale della nostra terra.
I contenuti
Attraverso la vita e l’opera di Michele Pane l’autore dà uno spaccato di un mondo connesso a tradizioni, a legami sociali, a interscambi culturali a cavallo tra Ottocento e Novecento. Infatti lo spirito della poesia del Pane rappresenta, per quanto egli abbia vissuto la maggior parte della suo tempo negli Stati Uniti d’America, inesorabilmente la sua terra: Adami, Decollatura, la Calabria, l’Italia!
Il libro parte con la ricostruzione dell’origine della famiglia del Pane – in appendice l’autore ha messo a disposizione del lettore un chiaro quadro genealogico. Il nodo di tale genealogia è la madre di Michele Pane, Serafina Fiorentino, che va in sposa a Salvatore Pane quartogenito di Stefano Pane e Nicolina Bonacio.
La famiglia Pane, una famiglia benestante di Decollatura, una famiglia di farmacisti e di possidenti, ha stretti legami con una famiglia di Sambiase, anche quella di farmacisti e possidenti, quella del grande filosofo Francesco Fiorentino. I legami si rafforzano con dei matrimoni come quello della sorella del filosofo che diventerà madre del poeta o come quello di suo zio paterno Francesco Saverio che aveva sposato una zia paterna di Serafina, Felicia.
Questi legami con i Fiorentino saranno determinanti per la vita di Michele. Da bambino venne affidato alla famiglia della madre a Sambiase dove comincia gli studi elementari, studi che poi continua nei ginnasi di Nicastro e poi Monteleone, oggi Vibo Valentia. Per tutto l’arco della sua esistenza i rapporti con i Fiorentino e con Sambiase saranno importantissimi.
Michele ha una personalità forte, forse ribelle, sicuramente contrastata. Legatissimo alla madre, in conflitto con il padre, giovanissimo abbandona gli studi, per quanto fortemente versato in questi, ne è testimonianza la variegata cultura che egli ha. Epilogo della sua personalità giovanile è la partenza alla volta degli Stati Uniti d’America, partenza che alcune fonti riportate nel libro, collocherebbero nel 1891 a 15 anni e non nel 1894 a 18. Perché un giovane di buona famiglia decide di “assaggiare” l’America a 15 anni (forse) e comunque poi, certamente, emigrarvi a 18? Non per necessità. Di fatto inizia un’avventura ma anche un calvario. E’ forse una fuga, una fuga dal padre, una fuga da una realtà a cui è legatissimo ma da cui ha necessità edipica di evadere?
Il carattere ribelle del poeta si riscontra quando, dopo essere rientrato dagli Stati Uniti e aver svolto il servizio militare (1899) a Foggia, subisce un processo per diffamazione a causa della pubblicazione di un’opera poetica L’Uominu russu (ovvero Leopoldo Perri), opera anonima pubblicata a Foggia. Musolino nel suo libro risolve il problema della presunta assoluzione ai due processi, di primo grado e d’appello, ritrovando e pubblicando gli atti: sia quelli del processo presso il Tribunale di Lucera, sia quelli del processo d’appello a Trani.
Michele, dopo vari viaggi in America, ritorna in Italia oramai maturo. Ha 34 anni nel 1910 e decide di sposarsi con Maria Concetta Bilotta, anche lei imparentata con i Fiorentino, e di Sambiase. Non poteva fare scelta migliore. Maria Concetta fu una donna eccezionale, mai messa in luce prima della biografia di Musolino; compagna fedele di una vita, è stata un sostegno fondamentale per lui e di conseguenza per la sua opera.
Il destino di Michele si configura inesorabilmente. Ritornato in America, nel 1911 con la moglie, sarà per tutta la vita dilaniato tra una vita lavorativa insoddisfacente e la sua forte carica artistica mai completamente realizzata. L’alto valore poetico delle poesie del Pane viene riconosciuto da tutti, ne è testimonianza la fitta corrispondenza, riportata nel libro, con importanti esponenti della vita culturale e politica italiana e americana, ma non tanto da permettere a Michele di realizzarsi completamente attraverso la sua produzione artistica. Musolino delinea tutte le fasi dell’attività lavorativa del Pane negli Stati Uniti dandone una ricostruzione dettagliata, mettendo continuamente in contrasto le condizioni materiali e quelle ideali. Le condizioni materiali vissute da Michele Pane rispecchiano realisticamente quelle di tutta una generazione di calabresi che era emigrata in America.
A Michele nascono tre figli: Salvatore Victor Hugo, Penelope Libertà e Leda. Per la prima volta si evidenzia il ruolo dei tre figli ed emerge, a mio avviso, commovente e silenziosa, la figura del figlio Salvatore che è stato moralmente ed economicamente un grande sostegno per la famiglia. Salvatore per oltre quarant’anni è stato cronista di notte per il Chicago Daily News.
La vita di Pane si svolge tra l’attività lavorativa necessaria per la sopravvivenza della famiglia e le attività letterarie. Dopo aver pubblicato Trilogia nel 1901 e la raccolta Viole e Ortiche nel 1906, nel 1915 viene nominato socio corrispondente dell’Accademia Cosentina. Nel 1917 pubblica Lu Calavrise ‘Ngrisatu e Peccati. In questo stesso anno cambia lavoro e diviene contabile di una banca; nel 1921 fonda il Circolo Francesco Fiorentino; nel 1923 si trasferisce con la famiglia da New York a Omaha in Nebraska; nel 1925 fonda una rivista che vorrebbe essere mensile: Il lupo. Ne usciranno solo 8 numeri, sotto il titolo si firma Michele Pane – Fiorentino, – come aveva già fatto in Viole e Ortiche – per ribadire il forte legame con la famiglia materna. La rivista si chiama Il lupo, come spiega nell’editoriale del primo numero, perché egli identifica la sua vita e la sua attività poetica con quella del lupo.
In tutti questi anni ha un notevole scambio di corrispondenze con personaggi illustri italiani e americani, quasi sempre per perorare le sue opere e qualche volta per motivi legati alla sua condizione economica, ha enormi riconoscimenti ma solo sulla carta: il suo desiderio costante di ritornare in Italia gli è negato.
Nel 1936 si trasferisce a Chicago nell’Illinois, dove si impiega nella banca First Italian State Bank. La crisi del ’29 peggiora la sua condizione economica. Pubblica in Italia, nel 1930, con l’editore Mauro di Catanzaro, grazie all’interessamento dell’amico prof. Gabriele Rocca di Scigliano, Musa silvestre, opera che testimonia la poesia della maturità dell’artista. Sempre nel ’30 prova a far risorgere Il lupo ma esce un solo numero della rivista. Durante il periodo fascista Michele non ha rapporti con il regime ma in qualche occasione, lui ribelle su posizioni di forte critica sociale, quasi di sinistra, sembra simpatizzare per Mussolini, in quanto espressione del valore dell’Italia all’estero.
Nel 1938 la figlia sposa Oronzo de Pascalis, conosciuto alla Fiera internazionale di Chicago nel 1934. E’ l’occasione per ritornare in Italia e nella sua agognata casa natale di Adami. Si ferma per più di un anno in Italia e poi rientra definitivamente in America sempre più amareggiato e, con l’andare degli anni, sempre più deluso e chiuso nella sua vita quotidiana. Pubblica nel 1949 Garibaldina, opera dedicata a Giuseppe Garibaldi, che in verità è solo una parte di come lui l’aveva concepita. Muore, oramai rassegnato al suo destino, il 18 aprile del 1953
Interessantissima è a mia avviso, la ricostruzione che Musolino fa a margine, ma con il giusto rilievo, di una vicenda relativa alla famiglia originaria del Pane. Questa ricostruzione serve a far comprendere l’humus culturale e civile in cui si è formata la personalità di Michele risalendo fino alle vicende risorgimentali legate a Vincenzo Stocco e alla rivolta del 1848[1].
Infine il libro è corredato da una ricca documentazione fotografica inedita, che testimonia anche il luogo di sepoltura del poeta. Poeta che ha desiderato per tutta la vita di tornare nella sua terra e che forse lo meriterebbe almeno da morto.
L’autore
L’autore [2] occupatosi da tempo degli aspetti antropologici dei nostri territori – ne sono testimonianza varie ricerche [3] – e in particolare della problematica dell’emigrazione [4], incontra la figura di Michele Pane emigrato. Vorrebbe subito documentarsi con la lettura di qualche opera, ma si accorge che le informazioni su Pane sono superficiali e frammentarie [5]. A questo punto non gli rimane altro da fare che iniziare direttamente, su fonti di prima mano e non sulle consuete fonti secondarie, la sua indagine.
Musolino per prima cosa rilegge tutte le poesie del Pane, usandole quale fonte importante per ricostruire le vicende biografiche. Poi attinge a molte altre fonti, dagli Archivi di Stato a quelli parrocchiali, a Internet, ma sono fonti parziali. Ecco che la ricerca ha un punto di svolta nel momento in cui trova non per caso, l’archivio De Pascalis [6].
Commento
Scritto con un linguaggio chiaro ma articolato, con una struttura narrativa avvincente: da sceneggiatura cinematografica. Le varie parti che lo compongono sono state incasellate in un puzzle organico portato a compimento totale non solo per i contenuti ma anche nello stile.
Chi inizierà a leggere il libro, sarà catturato subito dalla vicenda umana trattata, svolta con prosa scientifica ma profondamente partecipata dall’autore e potrà comprendere pienamente lo stretto rapporto tra vita e poesia come la lezione di Francesco de Sanctis insegna.
Inoltre, si scopre che Pane non è soltanto il poeta della nostalgia, il “Pascoli Calabrese”, ma un poeta che usa la poesia come critica sociale e politica, come già il critico letterario Antonio Piromalli aveva messo in parte in evidenza nel volume pubblicato da Rubbettino, e si evidenzia come la formazione linguistica, naturalistica e culturale di Pane sia di primordine. Infine Musolino rivaluta fortemente, ponendole al pari di quelle in vernacolo, le poesie in italiano.
La ricerca non dà solo spessore, storico e umano, a un nostro grande poeta, ma dà uno spaccato della vita dell’Italia meridionale, degli emigrati a cavallo tra due secoli, della struttura familiare di una tipica famiglia allargata meridionale, della vita di Decollatura, con i suoi collegamenti nel territorio di Sambiase, Nicastro.
Si tratta non solo di un libro capitale per qualsiasi studio futuro su Michele Pane – chi domani si accingerà a occuparsi di questo poeta non potrà prescindere dall’opera di Giuseppe Musolino “Michele Pane, La Vita” – ma di un lavoro che dovrebbe avere anche, per il valore intrinseco, una diffusione nazionale.
E infine voglio segnalare un’interessante innovazione introdotta da Musolino: quella di un sito Internet completamente dedicato al libro e a Michele Pane. L’idea è quella di fornire contenuti extra, fotografie, approfondimenti, aggiornamenti, contenuti multimediali e un modulo per contattare l’autore. L’indirizzo del sito è https://www.michelepane.it
Antonio Maria Pulerà
[1] Importantissima, in appendice, la documentazione di un episodio del 1851 del risorgimento calabrese, che vede coinvolti i fratelli Pane, padre e zio del poeta, in ordine Francesco Saverio e Salvatore che difendono la libertà di un patriota come Vincenzo Stocco, ricercato per i fatti del 1848.
[2] Anche per aspetti autobiografici: l’autore, dopo aver conseguito il diploma nel Liceo Scientifico Costanzo di Decollatura ed essersi Laureato in Fisica preso l’UNICAL di Cosenza, comincia la sua carriera come docente a Milano dove insegna per vari anni in varie scuole della città. Ritorna a Decollatura dove è docente di Matematica e Fisica nel Liceo Scientifico.
[3] Ne sono testimonianza una serie di articoli su Storicittà di seguito riportati:
Il ruolo della castagna nella cultura popolare di Decollatura – parte prima, in “Storicittà”, Anno VI, n. 64 (dicembre 1997); parte seconda, in “Storicittà”, Anno VII, n. 65 (gennaio-febbraio 1998);
L’olmo, ovvero l’albero della libertà nei paesi montani, in “Storicittà”, Anno VII, n. 67 (aprile 1998);
’A vozza, millenario simbolo della civiltà calabra e lametina, in “Storicittà”, Anno VII, n. 70 (agosto-settembre 1998);
Mario Bonacci – Artigiano della poesia, in “Storicittà”, Anno VIII, n. 75 (marzo 1999);
Le piante da frutto nella tradizione contadina calabrese, in “Storicittà”, Anno XIV, n. 136, 137, 138 (ottobre-dicembre 2005)
[4]Cominciati con la relazione Cent’anni di emigrazione, relazione multimediale , Sala Consiliare del Comune di Decollatura, 13 agosto 2006. E poi con la relazione America America: i viaggi, relazione multimediale sulla biografia del poeta Michele Pane. Convegno “Parlando di Michele Pane” organizzato dalla Pro Loco di Decollatura, Biblioteca Comunale di Decollatura, 9 agosto 2008.
[5] Esse si trovano, sostanzialmente negli scritti sul poeta di Don Luigi Costanzo, di Felice Costanzo, nel volume di Autori Vari, Decollatura e Motta Santa Lucia edito nel 1980 dalla Grafica Reventino e nella Introduzione scritta da Antonio Piromalli alla raccolta Michele Pane – Le Poesie pubblicata da Rubbettino nel 1987.
[6] Penelope Libertà Pane, figlia prediletta del poeta, sposa Oronzo De Pascalis e si trasferisce a Roma dove vivrà lontano dal padre. È lei, prima e dopo la morte del poeta, che raccoglie, ordina, conserva e custodisce gelosamente un archivio di tutte le sue carte, carte conservate dagli eredi De Pascalis. A questo archivio Musolino può accedere e, attraverso i documenti ivi conservati, ricostruisce con dovizia certosina e capacità sintetica tutte le vicende della vita di Michele.
Gennaio 2012.